Scudo comune

L’Austria e la Svizzera sono entrate nell’ ESSI- European Sky Shield Initiative.

Ambedue gli Stati neutrali hanno firmato oggi a Berna la lettera d’intenti promossa dalla Germania. Con l’adesione di Svizzera e Austria salgono a 19 i Paesi aderenti all’ESSI.

Il progetto ESSI è stato lanciato lo scorso ottobre dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz e ha l’obiettivo di creare uno scudo antiaereo e antimissilistico in Europa oltre prevedere lo sviluppo di sistemi d’arma comuni al fine di migliorarne l’efficacia e razionalizzare la spesa nel delicato e costoso settore.

Eppur qualcosa si muove!

La scalata

L’evento storico più importante per la città di Ginevra avvenne nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 1602.

Quella notte infatti il Duca Carlo Emanuele I di Savoia tentò di conquistare la città, allora Repubblica indipendente, per farne la capitale del suo Stato e ristabilire la fede cattolica (Ginevra era di fatto la città più importante del movimento protestante in Europa nonché il luogo delle predicazioni di Giovanni Calvino).

Le numerose truppe del Savoia assaltarono la città tentando una scalata delle mura che fallì sia per la tenace resistenza dei ginevrini che per il supposto aiuto divino: da quel giorno, Ginevra festeggia ogni 12 dicembre la propria indipendenza e identità con una serie di eventi sociali, storici, religiosi e sportivi che accomuna orgogliosamente tutti i cittadini della bella città sul lago Lemano.

Un coinciso ma esaustivo racconto di questo fatto storico che i ginevrini chiamano L’escalade (la scalata), con esposizione di reperti dell’epoca, si può trovare nella splendida Casa Tavel – Museo della vecchia Ginevra.

Ridotto ma forte

La figura militare svizzera di maggior prestigio nel XX secolo è stato il Generale Henri Guisan (1874 -1960).

Il Generale Guisan deve la sua fama per aver realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale il cosiddetto “Ridotto Nazionale: un insieme di fortificazioni a ridosso delle montagne che in caso di attacco avrebbe preservato la sovranità statale e le Forze Armate svizzere, anche se la gran parte del territorio pianeggiante fosse andata perduta per la conquista del nemico.

La strategia militare del “Ridotto Nazionale ” fu rivista e applicata anche durante la Guerra Fredda e, insieme all’esercito di milizia e alla tradizionale neutralità, ha garantito la Svizzera da ogni minaccia e conflitto.

Le infrastrutture del “Ridotto Nazionale” sono durate a lungo: l’ultima fortificazione infatti è stata dismessa nel 2011.

Svizzeri al Sud

È appena stato pubblicato il primo volume di “Il Rosso & l’Oro”, appartenente alla collana “Quaderni Angioini” edita e coordinata dall’autore, Massimo Fiorentino. La collana intende sviluppare in quattro volumi la storia e l’analisi delle uniformi, dell’equipaggiamento e dell’armamento delle unità svizzere al servizio del Regno delle Due Sicilie, nell’arco che va dal 1825 al 1861. Il primo volume affronta il primo decennio di vita dei reparti, dal 1825 al 1835.

la Divisione Svizzera fu una parte essenziale, sul piano ordinamentale e tattico, del Reale Esercito del Regno delle Due Sicilie. Creata nel quadro della riorganizzazione delle truppe borboniche dopo il disastro del 1821 e la conseguente occupazione austriaca, le unità svizzere, in quanto corpo di “élite”, divennero uno dei cardini delle riforme attuate da Ferdinando II di Borbone, dapprima come Comandante Generale dell’Esercito (1827-1830), e poi come sovrano, (1830-1859). Il loro discioglimento, amaro frutto dell’«ammutinamento delle bandiere” della notte del 7 luglio 1859 (« Fahnenmeuterei » o « Affaire des drapeaux »), assurse a segnale strategico del declino militare napoletano; così come la morte di Ferdinando II, appena 45 giorni prima, ne era stato il preludio politico. Creata per sostenere il rinnovato esercito delle Due Sicilie, la Divisione Svizzera, dopo aver giocato un ruolo decisivo negli avvenimenti del 1848 e 1849, ne anticipava, con la sua dissoluzione, la fine.

Il soggetto delle Capitolazioni con le quali le unità vennero reclutate conduce l’autore anche ad interrogarsi sulla natura di queste truppe troppo spesse liquidate, sulla scia della propaganda unitaria, mazziniana e liberale, quali “mercenari”. In realtà le “Capitolazioni” con il Regno delle Due Sicilie furono trattati internazionali stipulati tra la Corona napoletana ed i Cantoni, con l’approvazione della Dieta Federale, che consentivano il reclutamento di tali unità. In cambio i due contraenti s’impegnavano a facilitare anche operazioni di commercio. Emerge, quindi, sottile e delicata, la distinzione tra il servizio estero dei soldati e cittadini svizzeri; ed il mercenariato privato. Distinzione che sembrava chiara, almeno sino alla conclusione, nel 1847, della « Guerra del Sonderbund » in Svizzera, ed al rivolgimento costituzionale elvetico del 1848.

 

Il genio incompreso

Uno dei più grandi e acuti studiosi della storia e attualità dell’Istituzione militare fu il prussiano (naturalizzato svizzero) nonchė garibaldino Friedrich Wilhel Rüstow (1821 – 1878)

Ufficiale dell’esercito prussiano, venne condannato ed espulso a causa dei suoi scritti. In particolare, Rüstow teorizzava, dopo i fatti rivoluzionari del 1848, il Volksheer (esercito popolare) inteso come Istituzione militare non più espressione della sovranità regia bensì di quella del popolo.

Riparato in Svizzera, dove entrò nell’esercito contribuendo a riformarlo, Wilhelm Rüstow partecipò nel maggio 1860 alla spedizione dei Mille in Sicilia come Capo di Stato Maggiore di Giuseppe Garibaldi, presso cui godeva di grande considerazione. Tra i fautori delle vittorie garibaldine di Capua e del Volturno, sciolto l’Esercito Meridionale, Rüstow fece ritorno in Svizzerà dove continuò la sua attività di studioso, scrittore e conferenziere.

Escluso da un concorso a cattedra universitaria e caduto in ristrettezze economiche, Rüstow si suicidò il 14 agosto 1878. La cultura militare perdeva così un genio visionario, perlopiù incompreso al tempo (eccezion fatta per Giuseppe Garibaldi che ne aveva intuito la grandezza), precursore di un’idea rivoluzionaria di Istituzione militare che si affermerà con l’avvento delle moderne democrazie.

Friedrich Wilhelm Rüstow scrisse moltissimo sui diversi aspetti della storia e attualità militari (al Museo cittadino Dichter – und Stadtmuseum di Liestal in Svizzera si trova tutta la documentazione di Rüstow). Le sue principali opere tradotte in italiano sono:

Storia politica e militare della guerra franco-germanica del 1870 – 1871;

Guerra d’Italia del 1859 narrazione politico – militare.