Sbarbaro soldato

Il poeta ligure Camillo Sbarbaro (1888-1967), esponente di spicco della letteratura italiana del XX secolo, come altri letterati suoi contemporanei (ad esempio, Giuseppe Ungaretti), combatté nella Grande Guerra.

Dopo essersi arruolato nella Croce Rossa Italiana, divenne ufficiale di fanteria (prima nel 12° reggimento della Brigata “Casale” e poi nel 27° reggimento della Brigata “Pavia”) e fece la sua esperienza al fronte nel periodo 1917-1918. Successivamente comandò, fino al giugno 1919, un piccolo presidio militare nel villaggio di Luson in Alto Adige (Sudtirolo).

Di questo periodo, Sbarbaro lasciò traccia nella sua opera “Cartoline in franchigia”, in cui non si ritrovano toni patriotici, marziali o politici bensì il proprio quotidiano vissuto nell’osservazione della natura (Sbarbaro era un appassionato botanico) e la scrittura di breve osservazioni che lui chiamava “trucioli”. Tra queste un breve aforisma esistenziale: “Nella vita come in trincea alzi la testa e fischiano le pallottole”.

Anche in guerra Sbarbaro confermò quel “modo spoglio di esistere” che produsse una poetica tra le più alte e intense del Novecento.

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