Dal Colonnello Vincenzo Stella riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo sulla bombarda che contribuì alla conquista ottomana di Costantinopoli il 29 maggio 1453.
Il 29 maggio 1453 gli ottomani conquistarono Costantinopoli ponendo così fine al secolare impero bizantino. Nell’assedio che precedette la caduta, il sultano Maometto II impiegò il pezzo di artiglieria più grande del tempo, una bombarda passata alla storia con l’appellativo di “Basilica”.
Si trattava di una bombarda talmente gigantesca che era composta da due parti, fuse separatamente, la camera a polvere e la canna. La bombarda veniva assemblata dopo il trasporto e raggiungeva una lunghezza totale di 9,2 metri. Impiegava 177 kg di polvere da sparo per lanciare palle di granito, dal diametro di 752 mm e dal peso di 600 kg, fino a 1500 metri. La cadenza di tiro era di 5-8 colpi al giorno. Per essere ricaricata erano necessarie almeno 2 ore e doveva essere raffreddata con olio di oliva. Per colpire le mura con la più alta velocità di impatto possibile, la bombarda fu schierata a 500 metri dalle mura e fuori dalla portata dei balestrieri del comandante della difesa bizantina Giovanni Giustiniani Longo (400 metri). L’energia cinetica con cui colpiva le mura può essere paragonata agli effetti delle moderne munizioni di artiglieria. Infine, da non sottovalutare gli effetti psicologici causati dagli effetti sonori dello scoppio e dell’impatto sulle mura delle palle di granito.
Il suo costruttore, Orban, artigliere e fonditore cristiano ungherese, morirà durante l’assedio a seguito dell’esplosione di una delle sue bombarde.